Invidia dell’Utero
Io non ho capito perché a tutti va bene se ci vendiamo la fica ma l’utero invece no.
C’è accordo trasversale eh: tu dovresti essere libera di dedicarti al sex working. Cioè la prostituzione, lo dico per voi che vi ostinate ad essere antichi e politicamente scorretti.
Piuttosto si parla di sicurezza, di legalità e di tasse ma non di libertà: la donna deve essere libera di campare vendendo il suo corpo. E io sono d’accordissimo.
Anche se il termine “vendere” un po’ mi stona. Di base una vendita comporta una cessione, anche fisica, di proprietà; come accade per un’auto o una casa, mentre la fica lì sta, non è che va via, ‘ndo va? Mia era e mia resta, caro mio. Sarebbe più corretto parlare quindi di affitto temporaneo.
Quindi di nuovo: perché si può affittare la vagina e l’utero no?
Per me non c’è logica. Innanzitutto sono entrambe cose mie e ci faccio anche un po’ il cazzo che mi pare, no? Poi di base sono organi, non c’è molta differenza sostanziale. Infine dal punto di vista commerciale affittare l’utero conviene di più, te lo occupano per più tempo. Insomma: dentro l’utero ci stanno per nove mesi, dentro Leilà …suvvia, stiamo a contare i secondi? Ecco.
Eppure tu prova a parlare di gravidanza per altri e scatta la guerra.
Io credo sia perché diamo a questi due organi un significato diverso. E non me ne vogliano alcune sorelle ma io non credo sia un significato nostro, abbiamo mutuato quello che gli danno gli uomini. Il rapporto tra l’uomo e la fica è noto, voglio dire ne stanno sempre a parlà, sicché. Ma qual è il rapporto tra l’uomo e l’utero?
Immaginiamo l’uomo primitivo che si è trovato di fronte alla nascita di un bambino. La vita è un concetto tanto potente quanto semplice: le bestie si ricreano nella savana, la frutta ricresce sugli alberi… la necessità di questo meccanismo è evidente anche alla più capra delle capre. Quindi immaginiamo l’uomo delle caverne che vede questa creatura simile a lui a cui cresce una panza tanta e ad una certa si apre in due parti e con un dolore pazzesco spinge la vita nel mondo. Immaginiamo la meraviglia e la sorpresa. Soprattutto quante domande siano scattate, su tutte una: ma allora il primo-me chi lo ha spinto in questa landa di miserie? E con un’ignoranza seconda solo a quella dei fascisti, l’uomo primitivo si risponde inventando una divinità. Ma non la crea Madre, come sarebbe logico dato ciò che ha appena visto. No, lui crea un Padre.
Ma che cazzo fai, ma che senso ha? Fatto a sua immagine poi, che tu mi devi spiegare da quale buco mai, tu uomo, puoi spingere la vita nel mondo. L’uomo primitivo compie questo atto di forza (concettuale) per ristabilire il suo dominio sulla cosa più strabiliante che ha visto fino a quel momento: l’eternità della vita.
Freud ha parlato per anni dell’invidia del pene. Un concetto che io accolgo ma personalmente non mi riguarda. Per carità, mi piace moltissimo eh. Non Freud, quell’altro Cosolà ma poi “si chiama Pietro e torna indietro”, non desidero essere accessoriata a quel modo.
Io invece credo che a creare questo sistema, che chiameremo affettuosamente “patriarcato”, sia stata l’invidia dell’utero. L’utero è nei fatti una mancanza da colmare con la forza, col denaro, con il dominio. L’utero è poi simbolo della nuova generazione, anche a livello pratico: il nuovo nato eredita denaro, castelli, nome e onore di famiglia. E tutto questo di chi era? Dell’uomo. Quindi il possesso di ciò che c’è nell’utero deve essere chiaro, il padre deve essere certo. Da qui la monogamia, il concetto di fedeltà e soprattutto di verginità femminili. Fino al 1981 c’era il delitto d’onore e fino al 1996 lo stupro era un reato contro la morale, non contro la donna.
Il nostro corpo non ci apparteneva, ce lo siamo ripreso un pezzo dopo l’altro. Ci manca solo l’utero.
Io non sto dicendo che bisogna per forza accettare questa possibilità medica o che bisogna essere d’accordo con me, che sono chiaramente favorevole. Ammessa la legalità, la sicurezza e la lotta allo sfruttamento, s’intende.
Ma solo di riflettere se dietro questo utero intoccabile, questa santificazione di questa unica parte, questo parlare a vanvera di mercificazione e di etica non si nasconda, ancora una volta, un banale maschilismo che mira a fare quello che ha sempre fatto: controllare il nostro corpo e le nostre scelte.
Ricordate che il nostro corpo ci appartiene e quindi dobbiamo scegliere noi come, in che modo e persino a che prezzo essere Puttane e pure Madri.
Amen.