Ora 8 del mattino: Alice vs Incel

Ora 8 del mattino: Alice vs Incel

Alcuni di voi che mi seguono già lo sanno: mi piace commentare una nota paginetta social che propone storie mediante screenshot di w.app. Concordo col sentore maggiore: al 99% sono inventate ma accetto la finzione, mi rilassano, mi piace leggere i commenti e spesso commento a mia volta.

Tipo ieri sera. Dialogo tra Tizia che vuole costringere il fidanzato a depilarsi perché vuole che lui sia come i fidanzati delle sue amiche pena “non te la do più”; Tizio che le risponde che le sue amiche sono ritardate, i loro fidanzati sono dei froci perché gli uomini veri sono così e colà (cioè come lui).

Mi sono limitata a dire “dialogo tra premi Nobel”: ci sono talmente tante cose sbagliate, di concetti e linguaggi, in entrambi che non vale la pena spiegarli, soprattutto in un contesto così leggero. Credo che i pipponi vadano evitati il più possibile, ecco. In diversi mi hanno dato ragione.

Poi spunta Tale. Che mettendosi subito in cattedra mia spiega che in realtà lei è una mongola (testuale) mentre lui è uno che sa essere se stesso e stare al mondo.

Gli ho risposto che sul fatto che lui sappia essere se stesso, inteso come autoderminazione, non c’è dubbio e fa bene a mandarla al diavolo. Sul fatto di stare al mondo un po’ meno: tra l’uso nauseante di epiteti omofobi e il “ritardato” a mo’ di insulto diciamo che il mondo dove vive il Tizio è “quasi milleecinque”. Gli ho anche detto che avendo un fratello con la Sindrome di Down non approvo molto l’uso del termine mongolo, non perché mi offenda ma perché non ha senso di esistere, proprio a livello linguistico.

Lui mi ha risposto con un poema in cui mi spiegava che:

  • essere se stessi significa dire ciò che si pensa, qualità che si è persa.
  • lei non sa stare al mondo perché è condizionata dalla società quindi non è se stessa e quindi è una mongola, intesa come persona che non ha coscienza di sé (vago riferimento a nozioni di psichiatria trovata nelle crostatine, probabilmente). Inoltre è una narcisista e una manipolatrice: mi ha dato anche una lenzioncina su come si costruisce una relazione positiva con un uomo.
  • ha aggiunto che il problema delle femministe e del politicamente corretto è che ci si attacca alle parole, togliendole dal contesto che è invece parte integrante del dialogo.

Con una calma che non so dove ho trovato, perché erano le 8 del mattino e non avevo ancora bevuto il caffè, vi giuro, mi sono limitata a dirgli che quello non è essere se stessi ma sincerità. Che non è una valore positivo in assoluto: se dici sempre ciò che pensi ma pensi solo stronzate sarebbe meglio tu le tenessi per te.

Inoltre saper stare al mondo significa pretendere rispetto ma anche darne: insultare ogni due per tre non rientra in questo caso.

Ho terminano dicendo che non si tratta di femminismo né di politicamente corretto ma di lingua. Scrivo per vivere e pertanto ci tengo ad usare termini corretti. “Ritardato” usato per insultare uno scemo o uno stronzo non ha senso: una persona nasce con un deficit mentale, non ha scelta. Non puoi insultare qualcuno per ciò che è ma solo per ciò che scegliere di essere. La Tizia della chat allora è stronza, stupida, merdosa, tossica, cogliona e narcisista e sono d’accordo ma non è ritardata, perché non si evince una diagnosi di quel tipo. E anche ci fosse, insultarla per quello non avrebbe senso.

Mongolo poi, e non mi stancherò mai di dirlo, accumuna gli stupidi alle persone Down che hanno le stesse caratteristiche fisiche degli abitanti della Mongolia: naso schiacciato, bassa statura, occhi a mandorla…quindi oltre che essere un insulto classista è anche razzista. Inoltre ebbe la sua massima espansione negli anni ’80: entriamo nel Nuovo Millennio, please.

A quel punto il tipo ha sclerato. Sostenendo che non capivo niente, male interpretavo, ero superficiale, mi appuntavo stellette sul petto, ero la persona meno interessante e intelligente mai conosciuta. Mi consigliava di studiare un tot di materie (grazie, O Vate) ma soprattutto di rileggere bene ciò che lui aveva scritto ( subito, Maestro). Conclude dicendo che quello che dico è surreale perché lui non ci penserebbe mai.

Lui come metro di paragone dello scibile. E manco sa il vero significato delle parole che scrive.

Gli ho dato ragione, se la voleva, o qualsiasi altra cosa servisse ad uscire da quella conversazione perché tanto non sono d’accordo con lui, non ha fatto altro che giudicarmi ma soprattutto, e non potrò sottolinearlo abbastanza, a me non me ne frega un cazzo di lui come a lui di me (non faceva altro che dirlo ogni sei secondi pertanto mollami, no?)

Mi ha insultato e successivamente bannata. Quindi no, non troverete questa conversazione da nessuna parte: dovete fidarvi di me.

Soprattutto dovete fidarvi del senso di disagio che sento da allora. Vi giuro che non vorrei, vorrei mi fosse scivolato addosso. E non perché lui abbia in qualche modo vinto il dibattito: i dibattiti non si vincono e poi io sono sicura e presente a me stessa sempre quando scrivo.

E nemmeno perché ho mancato l’occasione di dirgli “ma sta zitto, coglione” perché vado fiera della mia capacità di disinnescare gli idioti restando educata e gentile.

Il punto è che c’erano centinaia di commenti come il mio. Anche meglio spiegati e più cruenti. Eppure ‘sto tizio ha visto la mia foto, ha visto che quello che scrivo piace (dimenticavo: è un wannabe scrittore che non se lo considera manco sua madre), sono una donna e pertanto vai di mansplaning.

Si aspettava che io rimanessi fulminata dalle sue parole come Paolo di Tarso che va a Damasco e che cadessi ai suoi piedi colpita dalla sua intelligenza, cultura e virilità. Ma a me Parolo di Tarso mi è sempre stato sulle palle, detto tra noi. E quanto ad intelligenza cultura e virilità … beh …c’è in giro di meglio. Ma parecchio anche.

Visto che ciò non accadeva ha dovuto ripetere più e più volte che io non sono interessante e che lui passa il tempo con persone molto più interessanti e intelligenti di me (che culo che hanno). Considerando che ha iniziato a commentarmi alle 4 di notte e alle 8.01 era già pronto a rispondermi, me lo immagino quanto sia popolare. Però sono contenta che sia andato da queste persone interessanti, spero a farsi fottere.

Eppure il senso di schifo addosso mi rimane. Il problema coi maschilisti (critpo)Incel è questo: ogni loro parola trasuda di arroganza e di violenza. E non riguarda ciò che sto dicendo: potrei anche aver detto un mucchio di cazzate. Il problema stesso è che io parlo con opinioni, umorismo, nozioni. E ricevo consenso. Mica che sono Umberto Eco ma a questi tizi basta molto poco, per un soggetto simile è inammissibile. E sono tanti a pensarla come lui e la violenza che mettono in un banale scambio mattutino sotto una pagina di leggerezze è indice di cosa potrebbero mai fare la fuori, di cosa pensano davvero delle donne, di dove ci vorrebbero mettere.

Perché tu-donna devi stare col capino basso in ginocchio di fronte all’ uomo che sa, che ha capito, che ti può insegnare. E devi anche esserne grata.

Peccato che io, in ginocchio di fronte ad un uomo, ci sto solo per un’unica ragione e solo se mi va.

(Con lui no di certo)

Alice Porta

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3 pensieri riguardo “Ora 8 del mattino: Alice vs Incel

  1. Il mondo dei social è andato via via peggiorando, non che agli inizi fosse tutto rose e fiori, ma un po’ migliore di adesso era.

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