Apologia delle cosce nude

Apologia delle cosce nude

Nella mia città è scoppiato il caldo, quello vero tra ole e bestemmie, a seconda dei gusti.

E così ieri mentre cercavo consolazione in un aperitivo, mi vedo passare davanti una torma di ragazzine. Sembravano proprio delle gatte, nel loro assetto da parata, occupavano quasi tutti i portici del centro. Una di fianco all’altra, tutte scintillanti e spavalde come solo a 15 anni, tutte vestite uguali. Come in divisa. E qui arriva il punto: indossavano dei mini, ma proprio mini, pantaloncini. Ognuna insindacabilmente “con tutto de fora” come direbbe Esse, la mia amica romana.

Le osservavo e mi sono sorpresa, lo ammetto, a giudicare. Aspettate a condannarmi, però.

Di quelle sei solo una secondo me aveva il fisico per andare in giro a cosce nude e ce n’era una che proprio non lo aveva. Eppure lei se ne stava lì, coi suoi prosciuttini e le sue chiappe d’arancia di fuori, alla faccia mia che alla fine l’adulta ero io, sì, ma anche la più scema che scoppiava di caldo nei pantaloni lunghi.

Perché vedete, io ho sempre avuto le cosce cicciotte. Sono il mio cruccio. Anche quando sono stata più magra, quando mi sono sforzata (pericolosamente!) di pesare poco, niente, io avevo comunque le cosce grosse. E con una serie infinita di inestetismi. E così le ho sempre coperte. Credo di non aver mai indossato un paio di minishorts a gamba nuda nel corso della vita. Nemmeno al mare.

Perché sono figlia diretta di quei (non)detti secondo i quali non tutti i fisici stanno bene con tutto. Tradotto: non tutti possiamo vestirci come ci pare. E così io mi sono sempre coperta.

E non mi frega una mazza che ai ragazzi prima e agli uomini oggi le mie cosce piacciano così. Mi viene sempre in mente un pezzo del film “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino. Uno degli episodi che riguarda Butch, interpretato da Bruce Willis. Che se ne sta a letto con la sua ragazza la quale gli dice “vorrei tanto avere il pancino, perché il pancino è sexy”. Lui le dice che lei lo ha e lei, assurdamente, si offende. Perché, testuale: “hai mai fatto caso che ciò che è bello da toccare e ciò che è bello da vedere raramente coincidono?”. Ecco.

Sin da ragazzina io guardavo con invidia a quelle ragazze con le cosce snelle che potevano andare in giro coi mini-shorts mentre io no, non potevo. Era contro le regole non scritte del bello e del brutto. E non pensate che fossi l’unica eh: conosco tantissime ex-ragazze, ora donne, che “non ho il fisico per vestirmi così”. Allo stesso modo, conosco donne formose che non mettono scollature perché “il seno grosso involgarisce”. L’ho fatto anche io per taaaanto tempo.

Ma perché? La paura che abbiamo sempre avuto è del giudizio degli altri. Come se fossimo sempre su una passerella di Miss Italia con la giuria che ci dà i voti, pena il biasimo sociale. Peggio: lo sfottò a pieno muso, stile film dell’orrore dove tutti ti deridono e tu, piccola e nera, te ne stai al centro della tormenta di prese in giro. Mi coprivo per la paura che potesse spuntare una tizia, perché di solito i diktat li stabiliscono le donne, a dirmi o anche solo a pensare che non avevo proprio il fisico per vestirmi così, meglio se mi fossi coperta un poco.

Una stronza proprio come sono stata io ieri. Sono diventa il mostro di cui ho sempre avuto paura.

Non sono qui per fare l’elogio dell’abbondanza e la condanna della magrezza. Gli estremi fanno male e vanno curati. Anche se di norma è la seconda a creare fenomeni imitativi eppure chissà perché agita molto di meno ma tant’è. Resta il fatto che una dovrà, cazzo, vestirsi. E fa caldo, cazzo. E i suoi cazzo di soldi valgono parimenti a quelli di chi ha il fisico scultoreo e alla fine ognuno ha diritto a (s)vestirsi come cazzo gli pare.

Mi dispiace essere stata una vecchia acida con quella ragazzina, anche se non ho proferito parola (e ci mancherebbe!). Soprattutto la vorrei ringraziare perché ho capito una cosa. Io sono stata indubbiamente politicamente scorretta: cioè priva di educazione e convenienza sociale (Treccani), qualcosa a cui anelano tutti e non ho francamente capito il perché. Invece il suo spogliarsi con le sue abbondanze non è stato politicamente corretto, come penserebbero in tanti.

Giudicare esteticamente qualcuno è frutto di schemi estetici, di paure personali, di indottrinamenti culturali che esistono da talmente tanto tempo che alla fine fanno il giro e diventano più corretti del politicamente corretto stesso. Perché “è corretto mettere i pantaloncini solo sei magra”. Non è scorretto farlo se sei pienotta, diciamo che è incorretto.

Ecco quella ragazza è stata meravigliosamente politicamente incorretta. Cioè priva di correzioni. Cioè gli è mancata una stronza qualsiasi che andasse lì a dirle che però poteva coprirsi un po’, inculcandole per sempre una paranoia nel cervello.

Oggi che tutti parlano della Ferragni che si spoglia e risponde ad una (presunta) undicenne indignata non posso fare a meno di pensare che abbia ragione la Ferragni ma anche che è facile spogliarsi quando hai quel fisico lì. E molta meno pressione sociale per parametri estetici condivisi, età, denaro, fama e così via. Per una comune ragazzina fuori dai canoni è molto più difficile.

Qualche ora dopo mi sono trovata in un centro commerciale e ho provato un paio di pantaloncini. Non così corti, comunque sopra il ginocchio. Avete capito adesso la portata di quella semplice ragazzina con tutto de fora?

Non li ho comprati alla fine. Me ne stavo lì ad osservarmi allo specchio e mi vedevo la caviglia non proprio sottile, la ciccetta sparsa, gli inestetismi, il mio ginocchio che, poraccio, non l’ho mai sopportato, le lentiggini che mi punteggiano disordinate ogni volta che prendo un po’ di sole.

(E con una sola descrizione farò desistere un bel tot di corteggiatori, scusate ma è l’onestà giornalistica che lo impone).

Li ho lasciati lì ma almeno ci ho provato. Forse resterò sempre la stronza con gli schemi mentali. Arriverà mai il giorno in cui me ne sbatterò alla grande di tutto questo? O il mio destino di stronza giudicante è ormai impresso nel cemento del futuro?

Io non lo so se il politicamente corretto “ha devastato i coglioni”, come dicono alcuni. Ma se è stato quello a liberare quella ragazzina da certi schemi e a spingere persino me, dopo decenni di fobia, a provarmi un paio di shorts allora di sicuro qualcosa di buono in ciò che si fa contro il bodyshaming allora c’è.

Perché una cosa è sicura: nella guerra tra politicamente corretto e scorretto c’è una sola certezza ed è che coprirsi con strati di roba quando fuori ci sono 35 gradi per paura di non avere il fisico adatto è davvero da imbecilli.

Alice Porta

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Un pensiero su “Apologia delle cosce nude

  1. Avevo I tuoi stessi problemi tanto tempo fa. Ma, quando esplose la minigonna, non mi importo’ più nulla. E mi resi conto che le mie cosce andavano più che bene. Si, ogni tanto, anche io, sono un poco ironica quando vedo queste ragazzine. Ma hanno ragione loro. Comprati un paio di sport che’ non sei mica vecchia. Ciao e grazie per i tuoi articoli.

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