Masturbazione: datevi una mano

Masturbazione: datevi una mano

L’account Instagram queenslandhealth, canale ufficiale dell’autorità sanitaria australiana, e quindi per estensione della Regina Elisabetta II (proprio lei!), ha pubblicato un post sex positive e tutto pieno di colori (proprio come i suoi adorabili cappellini). “Datevi una mano: i benefici della masturbazione.” E via a seguire un elenco del perché ci si dovrebbe masturbare per la propria salute mentale, fisica e sessuale. In effetti non è esattamente ciò che ti aspetti da un canale di Governo. Immaginatevi un post delle genere promosso dal nostro Parlamento. Fantascienza pura.

Innanzitutto la masturbazione fa bene al corpo. Scatena uno tsunami di ormoni, endorfine, ossitocina. I quali abbattono lo stress e l’ansia; regolano il flusso mestruale e ne alleviano i crampi. Poi favorisce il sonno e aiuta a mantenere attivo il pavimento pelvico, utile poi per il parto, il controllo della vescica e per migliorare l’orgasmo. Negli uomini allontana il pericolo di tumore alla prostata: secondo uno studio dell’università di Harvard coloro che eiaculano almeno 21 volte al mese hanno il 33% in meno di possibilità di sviluppare un cancro. In coppia o no, darsi una mano salva la vita. La masturbazione tiene anche il cuore allenato e il ricambio di umori femminili e di liquido seminale allontana le infezioni batteriche e quindi la cistite, la candida e altri persistenti fastidi di zona. Abbastanza convincente, no?

Soprattutto però la masturbazione fa bene al sesso. Vi sembra strano? Invece non lo è. Masturbarsi significa conoscersi. Esplorare il proprio corpo, la propria mente e scoprirne le reazioni di piacere e di disgusto in modo sano, sicuro e senza traumi. Questo ci permette di imparare innanzitutto il rispetto per noi stessi che è la migliore scuola per rispettare gli altri. La masturbazione ci permette di capire cosa ci piace e ci aiuta a sentirci meno in imbarazzo a chiedere il nostro piacere e a domandare all’altro cosa possiamo fare per il suo. La masturbazione reciproca e il rapporto sessuale richiedono infatti consenso e ascolto: passare prima da se stessi è un buon modo per imparare. Scoprire i nostri limiti ci aiuta ad essere reattivi nei confronti di quelli dell’altro così che l’esplorazione, il gioco a due diventino rispettosi e piacevolissimi allo stesso tempo. Bingo!

Il post del Governo Australiano rientra nel quadro più ampio dell’educazione sessuale, soprattutto dei giovanissimi. In un mondo sclerotico dove tutto è esposto e tabù allo stesso tempo ecco che l’approccio al sesso è disarmonico e frustrante, talvolta fino alle più oscure conseguenze. In un suo articolo su Micromega Monica Lanfranco, giornalista e formatrice nell’ambito delle relazioni tra i generi, riferisce una realtà adolescenziale spaventosa. Ragazzi dai 14 ai 18 anni già frustrati e pieni di rabbia nei confronti delle donne; affascinati dagli Incel e delle loro violente, misogine teorie (anche sessuali). I giovanissimi poi si aspettano di fare del sesso al limite della pornografia (il primo accesso al mondo del porno avviene statisticamente intorno ai 10 anni); per poi ritrovarsi ovviamente insoddisfatti e arrabbiati. Tutto questo si risolve con il dialogo e con l’educazione sessuale. Occorre normalizzare la sessualità, non nasconderla ma riportarla alla realtà. Il dialogo intorno alla masturbazione serve a questo: è un primo passo, visto che è il primo contatto con il sesso che ognuno di noi ha, per liberarci da stereotipi e aspettative fasulle. Perché diciamolo: guardare un film porno non è male di per sé, può essere divertente sia per gli uomini e (sì!) anche per le donne, da soli o in compagnia, ma bisogna avere gli strumenti per comprendere che quella non è la realtà e che spesso lo sguardo è distorto, stereotipato. Masturbarsi riporta a quel piacere e rispetto che è tutto reale che riguarda l’orgasmo nel tangibile, non mutuato da un’opera che resta di fantasia.

Se per gli uomini qualche difficoltà a parlarne può esserci, di fatto la masturbazione maschile è sdoganata, persino scontata. Quando si tratta di masturbazione femminile invece si apre una voragine di sessismo e oppressione. In Italia il 74% delle donne ha affermato di essersi masturbata almeno una volta nella vita ma solo il 14% dichiara di farlo regolarmente, diciamo una volta a settimana. Mentre gli uomini che si masturbano sono il 95%, il 50% dei quali pratica la masturbazione più volte a settimana. Se la differenza tra questi dati vi sembra spaziale, pensate che la stessa ricerca nel 1970 riferiva che solo il 19% delle donne si masturbava. O ammetteva di farlo.

Già perché il problema è tutto lì: ammettere di masturbarsi oppure farlo direttamente è un problema culturale che affligge la sessualità delle donne. Per secoli si è creduto che l’unico depositario del piacere femminile fosse l’uomo. La convinzione che il corpo femminile fosse reattivo solo alla penetrazione è rimasta inalterata per millenni. Sopra di essa si è ricamata un’intera narrativa orale e scritta che lega il piacere della donna non solo all’uomo ma all’amore che prova per lui. Secondo alcuni studi questo non avrebbe permesso alle donne di sviluppare un rapporto sano, indipendente con il proprio corpo e il proprio piacere. Le cose ovviamente stanno migliorando però ancora le donne fanno fatica a percepire la masturbazione come un atto utile e gratificante, invece che come una triste alternativa alla solitudine, qualcosa che fai perché non sei in una coppia, perché non c’è qualcuno che si occupa del tuo piacere. In più essendo un atto in solitaria molte donne lo vivono come una conferma di non essere abbastanza attraenti o capaci nell’atto sessuale. Questo non significa che tutte quelle donne che non si masturbano, che non lo hanno mai fatto o che praticano la masturbazione solo quando non sono in coppia allora hanno un problema oppure si perdono qualcosa. Così come se un uomo non si masturba non vuol dire che non è virile, che è meno maschio. Inoltre non tutt* ci masturbiamo allo stesso modo, soprattutto l’universo femminile è pieno di varianti e variabili. Parlare di masturbazione significa anche abbattere questi stereotipi: a ciascuno di noi piacciono pratiche diverse in momenti diversi. Da soli o in compagnia.

In Italia un post ufficiale sulla masturbazione non lo vedrete mai. La difficoltà del Governo di affrontare i temi sessuali riflette le stesse difficoltà che hanno i cittadini. Il sesso poi si interseca con così tanti temi, dalla religione alla cultura sessista, che costa fatica e ci vuole tempo, spazio ed energia. Fermo restando il rispetto per le convinzioni e i limiti di ciascuno di noi, non fa male ribadire l’ovvio: la masturbazione è un atto sano che può aiutare moltissime persone a relazionarsi con il sesso di coppia. Forse non è per tutti così ma intanto schiudere la gabbia e liberare i concetti e i desideri non può che fare bene. Sin dai più piccoli. Il che non vuol dire, come sostengono alcuni politicanti un po’ maligni, insegnare la masturbazione ai più piccini. Questo non lo ha mai proposto nessuno. Ci mancherebbe. Significa dialogare con i bambini e i ragazzi secondo i loro strumenti nel modo più adatto alla loro età. Senza però vergogne, tabù o nell’intento di proteggerli più del necessario, finendo per soffocarli o spaventarli. Gli strumenti che gli diamo serviranno a far sì che si proteggano da soli e che trovino, in se stessi e/o con altri, rispetto e soddisfazione sessuale. Vale anche per gli adulti. Woody Allen direbbe che “la masturbazione è fare sesso con qualcuno che amo molto”. Pertanto amatevi, piacetevi, cercate il vostro piacere. Funziona. È proprio semplice così.

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